“Credo che la Locride potrebbe davvero – con i suoi meravigliosi siti archeologici di Portigliola, Locri, Monasterace, Casignana e tanti altri – diventare una piccola Siracusa, nella quale far vivere il teatro classico, greco e latino, coinvolgendo le migliori energie di questa terra ma, anche, creando sinergie sempre più ampie, dentro e fuori i confini nazionali, ovviamente guardando ai nostri giovani. E ancora di più credo nella candidatura della Locride a Capitale della Cultura italiana 2025”.
Si è “trasferita” in Calabria Elisabetta Pozzi, direttrice della Scuola di recitazione dello Stabile di Genova; artista che ha nel suo palmarès quattro Premi Ubu, due premi della critica e il Premio Duse, un David di Donatello; attrice e regista avvezza a calcare le antiche pietre dei teatri siciliani (nel 2009 fu la Medea di Euripide al Teatro Greco di Siracusa).
Ad illuminare, adesso, i suoi occhi sono le antiche pietre di questa terra dove ha abbracciato la proposta – e la visionaria avventura – voluta da un’altra anima votata al teatro, la reggina Teresa Timpano, con la sua “Scena Nuda”, realtà teatrale che si è fatta apprezzare e a breve –nuovamente – protagonista all’imminente Festival internazionale dei due Mondi di Spoleto 2021.
Il progetto si articola come segue: la grande attrice e autrice sta coordinando insieme a Teresa Timpano (direttrice artistica di “Scena Nuda”), nella cittadina locridea, da alcuni giorni e fino al 14 giugno, il gruppo di lavoro per l’adattamento del testo originale della commedia Tesmoforiazuse di Aristofane. Uno step che segue quello iniziale, costituito dall’importante ricerca scientifica condotta dall’associazione Arpa Firenze, che ha intervistato un campione di cittadini calabresi sul tema “Uguaglianza di genere”, tema centrale della commedia: il documento che ne è scaturito sarà oggetto di pubblicazione.
Dunque, dopo il lavoro sul testo, il prossimo passo del percorso della produzione sarà quello del laboratorio di ricerca teatrale e musicale, dal 2 al 22 luglio; poi le prove di agosto, fino alla prima, il 20 dello stesso mese, nel bellissimo teatro greco-romano di Portigliola.
Lo scenario sul quale Teresa Timpano e Elisabetta Pozzi si “incontrano” è il teatro antico di Portigliola – nella calda terra Locridea – dove la civiltà greca ancora respira e parla la lingua che non si arrese.
Un “amore”, tra Pozzi e questa Calabria, nato già da qualche tempo.
Un percorso “al contrario” non proprio usuale: i laboratori teatrali erano già nati e solo “dopo” aver sperimentato, sul terreno, che le energie erano quelle giuste e che c’era tutto il necessario per “far bene”, solo allora, “è partito il progetto”.
Chiediamo a Elisabetta di raccontarcelo:
“Tutto è nato quando sono arrivata qui per mettere in scena la Cassandra: la pièce andò così bene che il sindaco Rocco Luglio mi propose una replica. E il pubblico gradì, e molto. Nacque subito una complicità, una amicizia. Le idee erano già tante e poi arrivò la pandemia. Decidemmo, con gli attori e i giovani e le istituzioni, di non mollare. Così, in piena emergenza, il laboratorio continuò, per tenere un costante confronto con gli artisti, gli attori, proprio sui temi dell’emergenza e su come affrontarla. A livello artistico, certamente, ma anche economico. Sentivamo la necessità di un confronto per trovare una nuova via per il teatro. Una cosa era certa: avevamo deciso di non demordere”.
“Il desiderio – dice a Yes Calabria, con entusiasmo, Elisabetta – è quello di creare un polo che metta insieme siti archeologici e teatro, coinvolgendo le scuole già da maggio, ma anche creando dei percorsi turistici attorno a questa idea: teatro, siti, turismo enogastronomico; si può lavorare sul teatro antico, greco e latino, perché qui ha le sue radici. Anche noi dobbiamo valutare cosa accadrà, certamente, ma andiamo avanti. Teresa Timpano, con la quale condivido sia la vita artistica che una profonda amicizia dove conta molto uno stesso modo di sentire e vivere il teatro, mi ha fatto una proposta. Così siamo arrivate all’idea. Teresa ha messo a disposizione i fondi regionali che lei ha ottenuto per la compagnia e il progetto di Scena Nuda, divenendo così il produttore di questa bellissima avventura. Da qui nascono i laboratori e gli spettacoli, un percorso che arriverà fino ad agosto”.
“Ho chiesto anche a Maria Pia Battaglia – continua Elisabetta Pozzi – scrittrice di Locri, di tradurre in dialetto, ma anche in greco di Calabria, alcune parti della commedia Tesmoforiazuse, ovvero le donne delle Tesmoforie di Aristofane, con una sperimentazione linguistica originale. Ciò che vogliamo è lanciare un percorso che guardi avanti, con sinergie sia interne che esterne al territorio. Tantissimo spazio e tantissima volontà di fare – ci saluta Elisabetta – in una terra che amo: ho anche preso casa a Portigliola. Perché, qui, mi sento a casa. In questa Calabria abituata ad accogliere e che sa dialogare. Nella chiusura non succede nulla. Serve la capacità di aprirsi all’altro e al nuovo per crescere: qui c’è e sono certa che faremo bene”.
La commedia antica a Portigliola
Tesmoforiazuse, ovvero le donne delle Tesmoforie, le feste dedicate a Demetra, è una produzione della Compagnia “Scena Nuda” – con il co-finanziamento della Regione Calabria e con il partenariato del Comune di Portigliola – che vedrà in scena 10 attori.
Uno spettacolo di rilievo nazionale, firmato da una delle più intense attrici italiane, più volte protagonista proprio di testi classici nello splendido teatro greco di Siracusa. Un momento importante, dunque, per “Scena Nuda”, che sancisce un lungo lavoro svolto in questi anni, che ha portato la compagnia ad essere punto di riferimento per il teatro contemporaneo, non solo a livello regionale, come testimonia, appunto, questo nuovo impegno.
Già c’è un gruppo fortissimo, con l’amministrazione di Portigliola, ma anche con il Gal Terre Locridee e le Officine delle Idee. Un gruppo di lavoro che guarda anche anche all’obiettivo di Locride 2025, verso la candidatura a “Capitale della cultura”.