I giovani sognano un’Europa…

In vista delle prossime elezioni europee, Repubblica@scuola e la Fondazione Intercultura hanno ideato il contest “L’EUROPA DEI GIOVANI”.

A partire anche, e soprattutto, dalla loro propria esperienza personale, ciascun ragazzo e ragazza delle scuole superiori è chiamato ad esprimere, attraverso un elaborato scritto, qual è il valore, la questione, il punto più importante da cui l’Europa deve ripartire, su cui deve rilanciare, per essere ancora più forte, più unita e più vicina a ciascuno di noi.

L’iniziativa viene organizzata nell’ambito del progetto dell’Osservatorio sull’Internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca che si propone di documentare quanto avviene in Italia in questo settore con l’obiettivo di stimolare l’apertura delle scuole all’Europa ed al resto del mondo e di far crescere gli studenti come cittadini europei ed attori efficaci in un mondo globalizzato.

Abbiamo selezionato un testo di uno studente reggino, del Liceo Scienze Umane e Linguistico “T. Gullì” (RC) che ci è piaciuto in particolar modo.

Il mio sogno non è un’utopia

Vorrei un’Europa all’altezza dei sogni di qualsiasi suo cittadino,un’Europa che porti avanti ambizioni,obiettivi e progetti e che allo stesso tempo curi le sue ferite, vorrei un’Europa nuova, un’Europa da cui ripartire.
Ripartire significa abbandonare vecchie abitudini per accostarsi a nuovi orizzonti , tralasciare un sistema polveroso e passivo prediligendo un organismo nuovo che operi non più per ma insieme ai suoi cittadini, ripartire significa sedersi a pensare di cosa ha bisogno il nostro popolo.
Da qui sento un popolo che ha bisogno di urlare per essere ascoltato e di ribellarsi per essere capito,vorrei quindi un’Europa più attenta ai bisogni dei suoi cittadini.
Da qui vedo un popolo più agiato in alcune zone,più povero in altre, vedo il colore della pelle qui più chiaro, lì più scuro, vedo varie forme d’amore, vorrei un’Europa aperta ,che superi le diffidenze e i pregiudizi,che non giudichi ma che valorizzi , che non emargini ma che accolga, vorrei quindi un’Europa inclusiva.
Da qui sento l’odore della polvere da sparo ,sento grida disperate che cercano aiuto e grida in nome di un Dio che questo aiuto lo nega, vorrei un’Europa affidabile, che tuteli i suoi cittadini , vorrei quindi un’Europa più sicura.
Da qui vedo uomini logorati dalla guerra in cerca di un approdo, vedo bambini nel grembo delle proprie madri segnati da un destino incerto, vedo diritti negati da stati che costruiscono muri e non ponti , altri che invece promettono felicità senza poterla assicurare, vorrei quindi un’Europa solidale nei confronti di chi chiede aiuto e in grado di garantire opportunità, vorrei quindi un’Europa accogliente.
Ora non vedo più da lontano ma sento sulla mia pelle come sulla pelle di tanti altri giovani il desiderio di realizzarsi e di credere in un obiettivo comune dove prevalga l’idea di un’Europa ottimista e propositiva, un’Europa che fatica per il suo popolo e che promuova continuamente quello che di più bello ha,così da divenire non l’Europa ma la nostra Europa.
Cara Europa, voglio crescere insieme a te, voglio viverti e non subirti, voglio credere in te e voglio che tu faccia lo stesso per non infrangere i miei sogni, come ti vorrei non è un’utopia, ma solo quello che da oggi costruiremo insieme.

Fonte: Repubblica.it