La Calabria, potenzialmente terra d’accoglienza! Da Badolato a Riace al progetto SolidaMente, nuovi modelli d’integrazione

Solidamente-3-426x240La Calabria potrebbe diventare un’eccellenza nell’accoglienza degli immigrati! Ne è convinta Mariella De Martino, presidente dell’associazione International House, ente no-profit di promozione sociale che dal 1996 opera sul territorio, in particolare reggino, per promuovere il dialogo e l’incontro interculturale.  La De Martino ha in mente due casi meritevoli, quelli di Badolato e di Riace, che si sono distinti per innovazione nell’approccio e sostenibilità, tanto da diventare un modello esportato in tutta Europa.  “Badolato è stato il primo tentativo di dare una risposta al dramma dell’immigrazione che partisse da un’analisi concreta dell’offerta e delle criticità del territorio”. Un progetto di accoglienza alternativo proposto dal Centro Regionale di Intervento per la Cooperazione (C.R.I.C.) insieme all’Amministrazione Comunale, che ha cercato di mettere insieme due aspetti: la necessità di ripopolare il paese di Badolato, ormai disabitato e, dall’altra, l’esigenza dei curdi di trovare un tetto per ripararsi.

Oltre a questi enti, sono state coinvolte altre associazioni che, come International House, hanno offerto la loro competenza in favore dei migranti. “Il progetto ha dimostrato – spiega ancora la De Martino -come le idee contestualizzate sulla realtà locale possano produrre risultati”. Certo, l’iniziativa ha avuto anche degli anelli deboli, in particolare due: la fragilità del tessuto occupazionale, che non offre opportunità di lavoro e la volontà dei curdi di proseguire il viaggio alla volta della Germania, per ricongiungersi con i propri parenti. “Di questo ha fatto tesoro un altro progetto, quello di Riace”. Qui lo scambio tra cittadini e profughi ha rappresentato il vero punto di forza: i residenti hanno messo a disposizione una casa per i rifugiati e in cambio questi ultimi hanno aiutato a ripopolare il paese. Un caso d’eccellenza tanto da diventare un film: Il volo, di Wim Wenders.

Non ci dobbiamo stupire: “la Calabria è terra d’accoglienza per vocazione culturale”, ha proseguito  la De Martino che è convinta della necessità di portare avanti il modello prodotto negli anni 90, adeguandolo ai tempi. “Dal 98 in poi i flussi sono aumentati e sono diventati stanziali”. Questo implica uno sforzo in più, ovvero quello di ragionare in termini interculturali. “In un mondo multiculturale, l’unica strada possibile è l’intercultura”, un’educazione trasversale che stimoli il dialogo tra etnie diverse.  “In un approccio interculturale – chiarisce la De Martino – non si lavora solo sugli stranieri, ma anche sulle sensibilità locali per valorizzare le diversità”. Un modus operandi che rappresenta l’identità di International House: “La nostra associazione nasce con il contributo di tante culture e di tante risorse umane diverse che mettono a disposizione quello che sanno fare”. Da qui la specializzazione dell’associazione nell’inclusione dei migranti. Un percorso che parte dalla cultura d’origine per comprendere come favorirne l’integrazione sul nostro territorio.

“Siamo convinti che questa sia la strada da percorrere per fare della Calabria una terra d’accoglienza, ma sappiamo che da soli non possiamo farcela”. Ha le idee chiare Mariella De Martino che vede nella rete con le istituzioni e le associazioni locali la strategia per migliorare la capacità d’incidere sul territorio. “La crisi e le ultime vicissitudini internazionali stanno alimentando l’intolleranza. Proprio per questo, dobbiamo cooperare e capire che fare accoglienza in un contesto così difficile come il nostro è un fatto positivo, in controtendenza rispetto alle scelte politiche”. “L’immigrazione – ha continuato la De Martino – è un’occasione per non abbassarsi al degrado”.

Un esempio concreto viene da SolidaMente, un progetto finanziato dal Por Calabria FSE  2007 – 2013,  ASSE V – Transnazionalità e Interregionalità, obiettivo operativo n.2,  che punta a contrastare il fenomeno della tratta degli stranieri e che guarda alla rete con l’economia sociale per creare nuove opportunità.  Il progetto non solo ha tra i suoi partner, oltre il CIF (Centro Italiano Femminile provinciale di Reggio Calabria), Recosol, la Rete dei Comuni Solidali, ma ha innescato una cooperazione virtuosa con il circuito Calabria Solidale, aziende di trasformazione di prodotti agricoli che rispettano i principi di legalità, trasparenza e solidarietà, per la realizzazione di tirocini in azienda.

“Siamo un’eccellenza per le scelte che facciamo e abbiamo fatto” – conclude la De Martino che vede la necessità di continuare a sensibilizzare il territorio sull’immigrazione per farne un simbolo d’integrazione.