La “vera” festa per i 50 anni dei Bronzi di Riace? Si terrà dal 10 al 12 novembre, presso il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, diretto da Carmelo Malacrino: una grande festa della conoscenza, con i protagonisti viventi di anni di studio, ricerca, smisurata (e a tratti quasi “folle”) passione per questi meravigliosi capolavori, restituiti dalle acque dello Jonio mezzo secolo fa.
È tutto pronto per il Convegno internazionale “I Bronzi di Riace”, 50 anni di studi e ricerche – a cura del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Calabria, guidato ad interim dal Soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, Fabrizio Sudano – con la doverosa dedica “In memoriam” all’indimenticabile Paolo Moreno, scomparso l’anno scorso.
“L’Archeologia subacquea incontra l’arte antica, il restauro e la valorizzazione del territorio nell’anno del Cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi di Riace – recita il sottotitolo della tre giorni che sarà introdotta da Sudano – Oltre trenta tra i massimi studiosi italiani e stranieri insieme per tre giorni di confronto, proposte e nuove ricerche”.
Un grande evento, proprio nelle ore cariche di emozione di quella che è stata definita “la più grande scoperta dopo quella dei Bronzi”, il ritrovamento dall’acqua di 24 bronzi a San Casciano, in Toscana (“Come a Riace”, titola l’Ansa).

E sembrano ritornare dalla storia anche i protagonisti di questo imminente congresso internazionale: Pier Giovanni Guzzo, Giovanna De Palma, Mario Micheli, Massimo Vidale, Nuccio Schepis e Roberto Ciabattoni, Hada Koichi, Vinzenz Brinkmann, Ulrike Koch-Brinkmann, Gerardo De Canio, Daniele Castrizio…
Ognuno dei convenuti e invitati al convegno è un tassello della grande storia dei Bronzi di Riace.
C’è chi ha costruito i gusci in carbonio per le delicate manovre dei Guerrieri tra il Museo e Palazzo Campanella, all’epoca della riqualificazione di Palazzo Piacentini.
Chi ha progettato le basi antisismiche dei Guerrieri, in marmo di Carrara e con tecnologie all’avanguardia. E chi ha accarezzato e restaurato ogni centimetro di pelle bronzea, scoprendo dettagli inediti delle statue.

Chi, ancora, in Giappone, continua ad accrescere conoscenze su questi capolavori, con studi unici e irripetibili. Quindi chi, con la riproduzione delle statue nei loro colori originali, riporta indietro le lancette del tempo per farcele scoprire così come furono.
«Perché i Bronzi di Riace? Perché sono i più belli del mondo»: questa la motivazione che il prof. Vinzenz Brinkmann – pronto per il grande Convegno reggino – ci diede nel 2012, quando questo luminare di scultura e policromia delle opere classiche, e archeologo, arrivava a Reggio Calabria e ci spiegava la scelta dei Guerrieri per il suo nuovo progetto.
Una impresa: 20 milioni di punti scansionati, solo per la testa di una statua, e addirittura con uno “scanner odontoiatrico”, per rilevare anche quelli inaccessibili e scovare il segreto della “perfezione assoluta”, “la natura – ci diceva Brinkmann – che si rivela nel Bello».
Al suo fianco c’era la restauratrice Paola Donati, esperta ICR (Istituto Centrale per il restauro) scomparsa prematuramente e protagonista assoluta dell’ultimo intervento – insieme all’ormai famoso Nuccio Schepis.
E, pronto a sbarcare sullo Stretto, anche il prof. Hada Koichi, impegnato dal Giappone e nel mondo, da ben 27 anni, nelle ricerche sui Bronzi di Riace: deciso a portare a compimento i suoi studi, il suo libro, e a poter presentare le indagini di una intera vita.
Oggi tutti questi esperti – e tanti altri – sono pronti a sedere insieme, a Reggio Calabria, e l’emozione cresce.
Sono loro i protagonisti della vera storia dei Bronzi di Riace e mostreranno al mondo quanto ipotizzato, provato, scoperto. E quanto ancora bisogna scoprire.

I DETTAGLI DEL CONVEGNO DAL MIC CALABRIA
“Oltre trenta tra ricercatori e studiosi che dal 16 agosto del 1972 ad oggi si sono occupati dei Bronzi di Riace si ritrovano sulla terrazza del MArRC per il convegno internazionale I Bronzi di Riace: 50 anni di studi e ricerche. Tre giorni di presentazioni, approfondimenti, nuovi rilevamenti e proposte intorno ai due guerrieri di bronzo dei quali da luglio 2022 si celebra l’anno del ritrovamento”, annuncia la nota congiunta dell’ufficio stampa del MIC, Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Calabria, attraverso la responsabile Angelina De Salvo, e dell’Ufficio Stampa BRONZI50.
“In quello che è stato definito l’anno della Calabria e della Magna Grecia – con spazi dedicati sui media di tutto il mondo, ma anche al Metropolitan Museum di New York e alla Festa del Cinema di Roma – si legge ancora – le celebrazioni del 50° Anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace promosse dalla Regione Calabria continuano con un convegno d’eccezione a cura del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Calabria”.
“L’archeologia subacquea incontra così l’arte antica, il restauro e la valorizzazione del territorio con quattro sezioni dedicate di approfondimento che vedranno alternarsi al tavolo grandi studiosi, archeologi, e non solo, italiani e stranieri”.
E si sottolinea, giustamente: “I Bronzi di Riace non rappresentano solo due statue, ma un intero ecosistema culturale, quello della Magna Grecia, quello del cuore del Mediterraneo. Nei tre giorni di incontri si svilupperanno diversi temi”.
Ecco, dunque, le quattro sessioni:

Nella sessione archeologia subacquea sono presentate le campagne di ricerca che hanno interessato l’area del ritrovamento dei Bronzi fino al 29 ottobre 2022. Tra gli appuntamenti, i diretti protagonisti delle indagini di ricerca archeologica sui fondali antistanti Riace Marina presentano al pubblico i risultati delle attività di ricerca con focus su uno scavo archeologico “inverso”, a partire dal giorno di rinvenimento fino alla più recente campagna di indagine condotta dal Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Calabria con il proprio funzionario archeologo subacqueo d’intesa con i reparti di specialità dell’Arma dei Carabinieri – Nucleo Carabinieri Subacquei di Messina, Centro addestramento Carabinieri subacquei di Genova e Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza.
La sessione Storia dell’Arte Antica del convegno propone gli studi che fin dalla scoperta sono stati elaborati e che non accennano a pause, testimonianza dell’importanza del rinvenimento delle due statue nel mare di Riace e della loro attualità. I Bronzi di Riace: 50 anni di studi e ricerche presenta gli ultimi risultati, tra i quali l’importante contributo di recentissime ricerche in Grecia con l’individuazione dell’area dove vennero fuse le due statue. Una nuova serie di studi rivela anche l’importanza della ricostruzione delle rotte mediterranee nell’antichità, supportate da sempre più numerosi rinvenimenti di relitti con relativo carico. Due relazioni affronteranno questa problematica giungendo a conclusioni importanti per l’archeologia subacquea.
Per la sessione del restauro il convegno internazionale pone a confronto studi interdisciplinari per la prevenzione e protezione dei Bronzi di Riace. La storia dei Bronzi di Riace non termina con la loro scoperta e recupero: la conservazione delle due statue costituisce di fatto una serie di capitoli che si aggiungono a quanto già finora detto e illustrato. Le relazioni del Convegno aprono nuovi scenari, dove si percorrono strade nuove circa la manutenzione ordinaria e straordinaria dei due capolavori, sottoposti a impatti nuovi e continui da affrontare in tempi rapidi e con cognizione di causa. In questo senso, i Bronzi di Riace diventano di fatto dei veri apripista per nuove tecniche e metodi di restauro per quanto il Mediterraneo ha conservato nei suoi fondali, oggi interessati da inquinamenti che danno vita a nuove sfide anche per l’archeologia subacquea.
La quarta sessione insiste sulle nuove vie della valorizzazione.

Nell’ultimo quarto del XX secolo il mondo è radicalmente cambiato con l’affermazione di internet e di nuove tecniche di comunicazione. La globalizzazione ha trasformato il modo di percepire la realtà, anche quella che fino a pochi anni fa era rappresentata dai musei di archeologia. La trasformazione in atto riguarda anche i Bronzi di Riace e tutta l’archeologia subacquea del Mediterraneo: dalle tecniche antisismiche per la conservazione dei reperti alle luci, dalla temperatura al grado di umidità determinato dal numero di visitatori presenti. Nuova e determinante importanza viene inoltre conferita all’ambiente che ha custodito nel tempo i siti archeologici sommersi: l’acqua del Mediterraneo, che diventa co-protagonista insieme ai Bronzi di Riace.
UNA OCCASIONE DI CONOSCENZA DA NON PERDERE
Sempre, nella storia di ognuno di noi, se si guarda al passato, si vedono grandi cose e grandi errori.
Non fanno eccezione i Bronzi di Riace.
In questi 50 anni, e negli anni del pullulare di saperi e luminari nei laboratori dell’Opificio delle Pietre dure prima e, infine, nel laboratorio di Palazzo Campanella, si è sentito l’amore.
In giorni nei quali si riaccende il dibattito mai sopito tra tutela e valorizzazione, la cura si riprende la scena prepotentemente. Ed emoziona più di un galà.
Perché è nella cura che si agita il vero amore. E per essere tale non può mai prescindere dalla conoscenza.
E allora auguri, Bronzi di Riace.
……….
*Gli organizzatori fanno sapere che per accedere al Convegno, causa posti limitati, è necessario registrarsi, a partire dall’08 novembre, al seguente link prenotazione@bbpromoservice.it
Il Convegno verrà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook del Segretariato regionale del MiC per la Calabria https://www.facebook.com/beniculturalicalabria
Scarica il Programma CONVEGNO INTERNAZIONALE BRONZI DI RIACE