
Affascinanti e maestose, offrono uno spettacolo mozzafiato e rappresentano un’importante testimonianza dell’età preistorica. Sono le grotte di Sant’Angelo, un complesso di origine carsica, situato a ridosso del centro di Cassano All’Ionio, in Provincia di Cosenza. A segnalarcele è stata ancora una volta una nostra fan, Angela Pagliaro, che ringraziamo per la collaborazione.

Le Grotte di Sant’Angelo si distinguono in tre cavità: la Grotta Inferiore di Sant’Angelo; la Grotta Superiore di Sant’Angelo e la Grotta Sopra le Grotte di Sant’Angelo, tutte collegate da cunicoli che si estendono complessivamente per oltre 2.500 metri, conferendogli il primato delle cavità più lunghe della Calabria, come sono state battezzate dalla Rivista geologica Sparviere.
Nella profondità di questi cunicoli si compie un viaggio nella storia di 8.000 anni fa, a partire dal neolitico, per giungere all’età dei metalli, fino alla colonizzazione greca. Le grotte sono state abitate per un lungo periodo dall’uomo preistorico che ha lasciato come segno concreto della sua permanenza in queste cavità la più antica forma di scrittura documentata dagli esperti della Preistoria italiana. Altro segno tangibile del passaggio dell’uomo neolitico è la lavorazione dell’ossidiana (vetro vulcanico ritenuto dalle popolazioni preistoriche prezioso per lucentezza e rarità), utilizzata per ottenere utensili, armi da taglio, frecce ed altri oggetti. Le ricerche all’interno delle grotte hanno riportato alla luce varie ceramiche d’uso quotidiano, quali orcioli, bollitori per latte, tazze da filtro. Tra i materiali di corredo, di notevole valore artistico, è una statuetta femminile di ceramica figulina dipinta, alta 5,5 cm, di cui sono distinguibili le parti anatomiche: braccia ripiegate verso il ventre, glutei prominenti, capelli fluenti sulle spalle con chiari segni di pittura sul volto e sul petto che indicano la presenza di monili.

Le grotte più grandi raggiungono una lunghezza di oltre un chilometro, e il loro sviluppo si svolge su vari livelli contrassegnati da numerosi corridoi, sale, aggregazioni calcaree d’immensa bellezza e spettacolari stallattiti e stalagmiti, alcune in fase di crescita, che segnano tutto il percorso, donando alle diverse zone colori unici, come pure pozzi e caditoie. Nella grotta denominata “ Pavolella, gli speleologi hanno attestato una frequentazione ad uso funerario, con un raro esempio di cremazione di età neolitica.
Sconcertanti e rari anche gli esempi di vegetazione ipogeica, che cresce in assenza di luce.
Un viaggio nel cuore della terra, assolutamente da non perdere.
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