Dalla Calabria agli Stati Uniti e ritorno. L’esperienza di Michele de Leo, dottore in Chiropratica, oggi punto di riferimento sul territorio italiano

Per Michele de Leo, oggi dottore in Chiropratica, l’incontro con questa disciplina è stato casuale, ma anche determinante. Italoamericano, ha vissuto la sua adolescenza a Reggio Calabria. Un infortunio giocando a rugby lo porta a rivolgersi a un pool di chiropratici americani a Roma che gli diagnosticano delle discopatie e iniziano a “trattarlo”. I benefici sono evidenti, la sua qualità di vita migliora, ed è lì che Michele decide il suo futuro lavorativo: aiutare, ma anche educare, le persone a stare bene in modo naturale (senza uso di farmaci).

A diciotto anni lascia la sua città per andare a studiare negli Stati Uniti. Da qui inizia il suo viaggio. Ce lo facciamo raccontare direttamente da lui.

Dottor de Leo, oggi lei è un chiropratico conosciuto e apprezzato non solo in Calabria; come è iniziata la sua carriera?

Devo dire che ho sempre nutrito interesse verso la scienza. Quando, dopo l’infortunio, ho avuto la possibilità di incontrare e conoscere un team di medici chiropratici, questa disciplina mi ha incuriosito. Grazie al materiale che mi hanno fornito ho potuto approfondirne i principi e ho deciso di intraprendere questo percorso.

Quanti anni di studio sono necessari?

Tanti! Più o meno nove – sorride.

In America la Chiropratica rappresenta la seconda professione sanitaria. Il percorso da intraprendere, infatti, è lo stesso che si fa per Medicina: occorre prima conseguire una laurea in scienze biologiche, che corrisponde all’incirca ai primi due anni di università in Italia. Io ho frequentato la George Washington University. Poi mi sono trasferito a Davenport, in Iowa, nel Midwest dove – una smorfia sul viso ci fa capire che sono stati anni duri – la temperatura arriva a -30°. Ho trascorso lì 5 anni perché ho avuto la fortuna di entrare al Palmer College of Chiropractic, un’università prestigiosa, la prima al mondo in Chiropratica, fondata nel 1897 dal dottore David Palmer, primo chiropratico nella storia degli Stati Uniti.  

Ho iniziato a fare pratica lì ed è stato allora che ho conosciuto dei medici italiani che mi hanno chiesto di collaborare nei loro centri in Italia, precisamente a Torino. Un’opportunità che ho colto dopo qualche tempo. Ho trascorso cinque anni in Piemonte; erano tante le persone che venivano dal Sud: Sicilia, Calabria, Puglia. Visto che le mie origini sono calabresi e i miei figli dovevano iniziare la scuola, ho maturato l’idea di ritornare nella mia città. Inizialmente ho collaborato con alcuni studi, poi mi sono definitivamente trasferito a Reggio, ma ho mantenuto i contatti anche nel cosentino, collaborando presso una clinica. Adesso ho due studi, uno a Cosenza e uno a Reggio. Da poco mi sono lanciato in una nuova avventura: una volta a settimana, precisamente il venerdì, sono a Roma, presso uno studio in via Flavia 122.

Quindi anche in Italia, la Chiropratica ha preso piede…

La Chiropratica in Italia è presente da tantissimi anni. Molti chiropratici sono venuti a lavorare come pionieri dall’estero negli anni Sessanta/Settanta. La maggior parte erano anglosassoni. Pian piano questa disciplina si è fatta strada, i pazienti ne hanno riconosciuto i benefici e hanno cominciato ad andare con frequenza dai chiropratici.

Aumentando la richiesta, alcuni italiani sono andati a studiare all’estero perché, purtroppo, ancora qui non si può diventare chiropratici.

 

LA CHIROPRATICA IN ITALIA: COME AFFIDARSI A PROFESSIONISTI “RICONOSCIUTI”

In Italia, ci sta dicendo, la Chiropratica non è riconosciuta come professione?

È stata riconosciuta come professione sanitaria nel 2007, ma ancora non è stata attuata una regolamentazione della disciplina, né è stato istituito l’Albo dei chiropratici.

Per tutelare la professione e i pazienti, nei primi anni ’70, i chiropratici che operavano in Italia hanno fondato l’Associazione Italiana Chiropratici, di cui anche io faccio parte – precisa- con l’obiettivo di tutelare il paziente e la professione stessa dal fenomeno dell’abusivismo, così diffuso in Italia: ancora ci sono tanti corsi approssimativi della durata di soli week-end.

Io – ironizza – ho impiegato “solo” 9 anni per formarmi.

Proprio per questo è opportuno che i pazienti si rivolgano a professionisti riconosciuti dall’Associazione.

Per iscriverti all’Associazione devi, infatti, dimostrare di essere un Dottore in Chiropratica laureato e qualificato secondo gli standard internazionali, riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

A poter affermare di essere “veri” Dottori Chiropratici, in Italia, siamo veramente in pochi: circa 500, di cui solo il 10% italiani.

 

Quali sono gli standard per riconoscere un chiropratico professionista?

Gli standard sono diversi. Ad esempio, le ore dei corsi che sono uguali a quelli di Medicina, con l’obbligo di internato nelle cliniche accreditate nelle università.

L’unica cosa che differisce da Medicina è che non facciamo chirurgia, perché il nostro lavoro avviene con le mani, utilizzando tecniche specifiche sulla colonna vertebrale, eliminando le interferenze meccaniche sul sistema neurologico, quelle che in ambito tecnico chiamiamo “sublussazioni vertebrali”.

 

Ecco, arriviamo al punto! Abbiamo parlato del suo percorso, ci aiuti a capire cos’è la Chiropratica e quali sono i benefici riconosciuti

La Chiropratica ha lo scopo di ripristinare il benessere dell’organismo, intervenendo sugli squilibri tra articolazioni e nervi. In particolare, noi interveniamo con tecniche manuali sulla colonna vertebrale per riequilibrare l’apparato muscolo-scheletrico del paziente e ripristinare l’efficienza del sistema nervoso.

 

LA “LECTIO” DEL DOTT. DE LEO: LA COLONNA VERTEBRALE PILASTRO DEL NOSTRO BENESSERE

A questo punto dell’intervista il dottore de Leo mi “proietta” nel meraviglioso mondo della colonna vertebrale, una vera e propria “lectio”, molto interessante per prendere consapevolezza di come il nostro organismo funziona, o dovrebbe funzionare. Abbiamo deciso, quindi, di condividere le spiegazioni del dottore con tutti voi!

Sappiamo che la colonna vertebrale – comincia a illustrarci prendendo un modello della parte lombare – è composta di 24 vertebre di cui 7 cervicali, 12 dorsali e 5 lombari, poi ci sono l’osso sacro e il coccige. La parte posteriore della colonna vertebrale forma gli anelli posteriori. La giusta posizione permette al midollo, la prolunga del nostro cervello, il computer io lo chiamo, di funzionare correttamente. Un minimo disallineamento di questi anelli, anche per posture errate – basta guardare quello che hanno passato i ragazzi negli ultimi anni con la didattica online, seduti o sdraiati per ascoltare le lezioni, ma anche chi lavora in smart working – può creare quella che noi in Chiropratica chiamiamo la sublussazione vertebrale e, indirettamente, una disfunzione del sistema neurologico che controlla le articolazioni, ma anche gli organi.

Ecco perché nella fase iniziale della nostra visita – continua il dottore – oltre a fare un’anamnesi del problema specifico, poniamo anche domande in generale a livello organico.

Non è raro che, dopo i primi trattamenti, i pazienti tornino parlando dei benefici che hanno riscontrato, ad esempio sulla respirazione o la digestione. Ci tengo a precisare, però, che io non curo quelle problematiche: la Chiropratica dà solo al sistema neurologico la possibilità di funzionare correttamente, come dovrebbe, come è “programmato”, eliminando qualsiasi tipo di interferenza meccanica, fisiologica, a livello chimico e mentale. Noi chiropratici chiamiamo questo equilibrio “Triangolo della salute”, dove ogni elemento è importante quanto l’altro (struttura, biochimica, psiche – NdR).

 

ALL’ORIGINE DEL PROBLEMA PER PREVENIRE E STAR BENE A LUNGO

Dottore è vero che nella prima visita ricostruite la storia della colonna vertebrale del paziente per capire i traumi che ha avuto?

Molte volte dimentichiamo quello che è successo nel passato e ognuno di noi paga quello che ha fatto negli anni precedenti, che siano traumi fisici o psicologici. Per questo è fondamentale per prima cosa capire “la causa” dei sintomi. Altrimenti, se vuoi risolvere il problema temporaneamente, si può ricorrere a un antinfiammatorio o antidolorifico. Quando finisce l’effetto del farmaco, però, il sintomo si ripresenta.

Ribadisco: bisogna cercare sempre di arrivare alla causa, dando consigli alle persone per stare bene da sole, perché lo scopo principale della Chiropratica è la prevenzione. La chiave è prevenire, non curare!

Ho pazienti storici che vengono da quando ho iniziato a operare sul territorio!

Anche io regolarmente mi faccio fare un trattamento. Per l’appunto oggi ho avuto la possibilità di farmi trattare da un collega che è venuto da Barcellona e con il quale collaboro.

Quindi, una terapia quanto può durare?

Non finisce mai! – ammette.

L’ideale sarebbe, una volta che il paziente è stabile, per mantenere quello che è stato fatto, continuare il trattamento con sedute prefissate. Ad esempio, guarda qua – e riparte con le dimostrazioni.

Questa è una normale articolazione dove abbiamo il disco ben idratato, il nucleo polposo che è ben integro, e le radici nervose che sono libere da qualsiasi interferenza. Negli anni, anche nelle persone giovani, a causa di traumi, incidenti, ma anche di microtraumi – dipendenti da posture errate – il corpo si autodifende. Il torcicollo o il colpo della strega non sono altro che un’autodifesa; il corpo ti dice basta. Ecco perché il farmaco non è una soluzione!

Quando si arriva a questa situazione – mi mostra il disco che volgarmente definisco “consumato” – poi, possiamo solo evitare che si vada ulteriormente a degenerare la condizione.

Anche nei casi di artrosi noi possiamo aiutare, ma è impossibile tornare indietro. Quando il danno è fatto, possiamo solo evitare che la situazione peggiori ancora.

Lei ha detto che quando tratta un paziente gli dà “consigli” generali per stare bene e migliorare la qualità della vita. Possiamo dire che la Chiropratica educa al benessere?

Dà la possibilità all’intelligenza innata in ognuno di noi di mantenere quel benessere per il quale l’organismo comunque è programmato.

Cos’è l’intelligenza innata?

Il nostro sistema neurologico. Tu ti svegli al mattino e che dici? Cuore batti un tot di volte, polmoni espanditi un tot di volte. Per stare bene, per avere quella omeostasi hai bisogno di quei battiti cardiaci regolari, di quella respirazione normale. Chi è che li regola? Il sistema neurologico.

Dando al sistema neurologico la possibilità di funzionare correttamente, possiamo regolarizzare tante altre problematiche. Ti riporto un caso: un paziente, incredulo, non capiva come mai si fosse regolarizzato il diabete.

“Forse – gli ho risposto – stai mangiando meglio, stai facendo più attività fisica”. Perché non è solo il trattamento manuale: i nostri consigli servono ad aiutare a cambiare le cattive abitudini per stare bene.

Se sei pronto a stare bene, devi essere pronto a cambiare ciò che ti ha portato a venire dal chiropratico, altrimenti non risolverai il problema. Ci vuole un “committment” da parte del paziente, come si dice, un impegno; deve darsi delle regole basilari; semplici ma che ci aiutano a stare bene.

Ci sono delle specializzazioni in Chiropratica come in Medicina?

Ci sono diverse tecniche. Noi, come in medicina, abbiamo una visione d’insieme dell’organismo umano e delle nozioni generali, proprio perché dobbiamo essere preparati, quando vengono i pazienti, a seconda dei sintomi, ad indirizzarli, se è il caso, anche verso altri professionisti.

Ci sono dei chiropratici, però, che si specializzano in alcune tecniche un po’ più particolari, ad esempio lavorano a livello delle prime due vertebre cervicali con una tecnica che si chiama Toggle Recoil, ma non c’è una vera specializzazione: lavoriamo sulla colonna vertebrale.

Io, per esempio, ho seguito un ulteriore percorso formativo in neurologia funzionale presso l’istituto Carrick, che ha sede a Tampa, Florida, dove si utilizzano dei metodi di trattamento più specifici a livello centrale, perché il nostro sistema centrale è quello che controlla tutto quanto. È un poco complesso – afferma, cambiando argomento.

 

CHIROPRATICA E KINESIOLOGIA: L’APPROCCIO INTEGRATO PER UN RITROVATO EQUILIBRIO

Lei è specializzato anche in kinesiologia?

Sì, è un’altra branca della Chiropratica che ci aiuta a identificare le disfunzioni del nostro organismo a livello muscolare, perché potrebbe essere compensatorio per alcuni dei sintomi che uno manifesta, ad esempio la sindrome del piriforme, la sindrome dell’ileopsoas…

Insomma, affascinante e complesso allo stesso tempo: cercate la causa di un sintomo e, a volte, potreste trovarla anche in un punto diverso da dove si manifesta il dolore?

A volte vengono persone per un problema al collo ma io tratto anche la schiena, perché a livello meccanico il corpo ha assunto delle posture antalgiche nel tempo, vuoi per un trauma o per le abitudini cattive, e si è alterato l’equilibrio anche del resto della colonna vertebrale. In questo caso, se intervenissi solo sul collo, la base della colonna rimarrebbe disallineata e prima o poi quel problema si riproporrebbe. Ecco perché noi controlliamo le ginocchia, le caviglie, come si appoggiano i piedi, per cercare di “restaurare” il più possibile l’equilibrio che si è perso. Equilibrio non tanto meccanico ma neurologico.

Molte volte anche le disfunzioni temporomandibolari possono causare problemi alla colonna vertebrale. Tanti anni fa non se ne dava importanza, oggi tutti parlano della bocca, quando noi chiropratici parlavamo dell’importanza dell’occlusione della bocca già da tempo. Usare il bite è quasi una moda. Tra l’altro, se fatti male, possono provocare più danno che bene; proprio come i plantari.

Può accadere che il paziente manifesti un’asimmetria del bacino o della gamba più corta – un po’ tutti l’abbiamo, ma bisogna capire se questa asimmetria è anatomica, causata da una displasia alle anche o da un trauma, una frattura, per cui anatomicamente l’osso è più corto. La maggior parte di queste asimmetrie, però, sono fisiologiche. Il bacino compensa e noi andiamo a mettere un plantare dove non dovremmo. Ecco perché l’aggiustamento sul bacino serve a migliorare e correggere questa problematica.

 

UN TRATTAMENTO PER TUTTI E PER TUTTE LE ETÀ

In quali altri casi la Chiropratica aiuta?

Ad esempio, le donne incinte possono trarre beneficio dalla Chiropratica. Il cambiamento che il corpo subisce durante la gravidanza a livello ormonale, ma anche fisiologico, perché il corpo deve compensare il peso maggiore e facilitare il percorso del bambino nel pavimento pelvico della donna; tutto ciò incide sulla colonna vertebrale. Io tratto le donne incinte, facilitando questo percorso preparatorio alla nascita.

Anche questa potremmo chiamarla prevenzione.  Ma si può parlare di cultura della prevenzione oggi?

Il mio lavoro è principalmente rivolto a educare le persone a prendersi cura di sé.

Non c’è ancora una cultura della prevenzione. Non solo per la Chiropratica, per tutte le situazioni. Vai dal cardiologo quando ti è venuto l’infarto, un ictus, invece di controllare i valori o di fare attività cardiovascolari: aspettiamo, insomma, di presentare i sintomi.

Certo, oggi, ne siamo più consapevoli, soprattutto i giovani. Dobbiamo lavorare sulla consapevolezza per educare al mantenimento del nostro stato di salute.

L’età dei pazienti?

Altro sorriso e capiamo che non c’è età!

Il paziente più piccolo che ho in cura è un neonato di 4 mesi che ha avuto un trauma da parto; quello più grande ha invece 98 anni, è di un paesino della Presila, e ogni mese ha il suo appuntamento.

Non sta bene, ma dice che con il trattamento ha trovato beneficio, perché lo aiuta nel fare le sue piccole cose.

Vedi… quello che per me è importante è potere fare anche un piccolo cambiamento nello stato di salute del paziente per migliorare la sua qualità di vita. Quando ciò accade, abbiamo fatto un grande passo.

So di non potere risolvere tutti i problemi.

Per questo motivo io lavoro quotidianamente con altri medici: il neurochirurgo, l’ortopedico. Quando penso di non poter essere utile al paziente, lo indirizzo verso altri specialisti.

Per noi chiropratici è molto importante la prima visita: per capire la causa e se possiamo essere d’aiuto con la Chiropratica.

Un caso particolare che ricorda?

Un signore che ho in cura da un mese. Ha quasi 50 anni. Dall’età di 15 anni soffre di cefalea. Dopo aver analizzato le sue radiografie, specialmente quelle della cervicale, abbiamo evidenziato una rettilineizzazione della curva fisiologica del rachide cervicale. Un problema meccanico lì può provocare un problema di flusso sanguigno alla testa. È venuto dopo il primo trattamento e mi ha detto che non aveva avuto mal di testa la sera prima. Normalmente doveva prendere 4 antinfiammatori, infatti, aveva anche problemi di gastrite ed ernia iatale causati dagli effetti collaterali che i farmaci possono provocare.

Ad oggi ha avuto qualche piccola ricaduta, ma sta bene. È migliorata anche la sua vita familiare, perché prima era molto irritabile. Adesso anche sua moglie si è riavvicinata.

Quando un membro della famiglia sta male, stiamo male tutti. Ecco perché è bello avere un familiare quando faccio la prima visita. Anche per loro è importante il nostro benessere!

Certo, la Chiropratica non è magica, ci vuole del tempo per stabilizzare il paziente e, ovviamente, dipende da caso a caso.

Comunque, è bello vedere come, una volta che le persone si avvicinano alla Chiropratica, si crei un rapporto di fiducia, tanto che iniziano a coinvolgere nella prevenzione anche i propri familiari.

Oggi come oggi viviamo uno stile di vita frenetico, ci sono pazienti che non conoscono i loro medici. Una volta il medico veniva a casa, adesso il sistema sanitario non favorisce il rapporto paziente – medico.

Io ho avuto pazienti anziani che, per paura, non sono usciti di casa durante il covid e non hanno visto i loro cari: sono traumi che abbassano le difese immunitarie.

Pian piano dovremo ricominciare a prenderci cura di noi stessi, partendo dalle piccole cose.

Un messaggio che le piacerebbe lanciare?

Prendiamoci cura della colonna vertebrale in modo preventivo, non per curare.

La Chiropratica non è risolutiva, ma aiuta, principalmente, a non ammalarsi.

 

Per maggiori informazioni sul Dr. Michele de Leo è possibile visitare il sito: www.chiropratici.com/

Il Dott. de Leo riceve a Reggio Calabria, Cosenza e Roma:

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