
Abbiamo intervistato Patrizia Pepe, da poco nelle librerie col suo romanzo d’esordio “Ma l’amore poi, cos’ è?”, edito dalla casa editrice Montag. Classe 1978, Patrizia Pepe è nata in Calabria e vive a Saracena, in provincia di Cosenza. Sposata, è madre di quattro figli. Diplomata presso il Liceo Scientifico E. Mattei di Castrovillari (CS), amante della musica, della danza e della lettura fin da giovanissima, riscopre la passione per la scrittura negli anni del COVID.
Come è nato il tuo interesse per il genere rosa e cosa ti ha spinto a scrivere il tuo primo romanzo?
Sono una romanticona senza speranza! Una sognatrice incallita, incline al sentimentalismo! Una di quelle che piange davanti ad un bel film per intenderci. Basta pensare che da bambina le mie serie animate preferite erano “Georgie”, “Kiss me Licia” come anche “L’incantevole Creamy”, dove vorrei fare notare che la musica aveva un ruolo determinante! Ma anche “Occhi di gatto” e “Lupin”, saghe in cui sensualità sentimenti e mistero si mescolavano sapientemente; elementi questi che ho cercato di fondere tra le righe del mio romanzo, dove ho aggiunto un po’ di frizzante ironia. Ho iniziato a scrivere un po’ per gioco… Durante la pandemia ho letto più del solito! Una sera come tante, ho iniziato a mettere su carta alcune fra le idee che stavano prendendo forma nella mia mente. Poi, quasi fosse una sfida contro me stessa, mi sono chiesta: “Sarei in grado di portare a termine un racconto tutto mio?” Ed eccomi qua!
Ci sono autori o autrici, anche tra i classici, che ti hanno ispirato nella scrittura?
Ovviamente sì, anche se in modo indiretto. Prima fra tutte Jane Austen, con il suo “Orgoglio e pregiudizio”; come si fa a non innamorarsi del Signor Darcy? Poi anche Louise May Alcott con “Piccole donne”, da cui venne tratta una serie animata che manco a dirlo, adoravo. Fra gli autori contemporanei che amo e da cui ho tratto ispirazione cito in primis Nicholas Sparks, il mio preferito in assoluto! Poi ancora Sarah Morgan, Jojo Moyes e le nostre italianissime Anna Premoli, Felicia Kingsley e Cassandra Rocca. Ma ce ne sono tanti altri ancora…
Quanto della tua vita personale si riflette nei personaggi o nelle situazioni del tuo libro?
Posso dire che non ci ho mai pensato? Sicuramente non le vicende vere e proprie descritte e narrate! Piuttosto, il credere con forza nei sentimenti e nei valori autentici della vita, quali l’amore, l’amicizia e la famiglia. Come anche il prendersi un po’ gioco di se stessi.
Come definiresti il tuo stile di scrittura e quale emozione o messaggio speri di trasmettere ai tuoi lettori?
Semplice, fluida e con un pizzico di brio. Ho steso questo romanzo con l’auspicio di poter offrire un po’ di spensieratezza, di leggerezza, di strappare qualche sorriso, ma anche con l’intenzione di trasmettere a chi lo legge la bellezza dei sentimenti, in tutte le loro forme. Voglio credere che dietro a quattro occhi che si incrociano si celino emozioni vere e autentiche.
Il tuo romanzo affronta temi che vanno oltre la semplice storia d’amore? Se sì, quali
Intorno ai protagonisti, vediamo svolgersi scene che affrontano situazioni anche tristi e forti, come il ritrovarsi orfani, senza tetto o ancora persi e sconfitti a causa di una dipendenza che diventa tossica, con conseguenze pericolose. Inoltre, seppur in modo leggero, viene fuori l’importanza dell’altruismo, dell’umanità e del buon senso. O almeno spero sia così…
Pensi che il romanzo rosa sia sottovalutato come genere letterario?
Forse lo è stato, tempo addietro; se n’è sentito parlare spesso in termini che lo declassificavano in un certo modo. Negli ultimi tempi invece ha subìto una certa evoluzione che lo ha reso uno dei generi più amati. E poi diciamocela tutta: non è poi forse vero che tutto ruota intorno all’ amore? Prendiamo ad esempio la musica… I brani più amati e gettonati della storia della musica parlano d’amore! Per non parlare del cinema! Sono tante le commedie romantiche che hanno riscosso un certo successo, molte peraltro, tratte da “romanzi”. Per cui…
Stai progettando di esplorare altri generi o di continuare su questa strada?
Come si suol dire: “Il primo amore non si scorda mai!”. Però non ti nascondo che mi piacerebbe cimentarmi in qualche altro genere. Il giallo per esempio… O anche un genere che mischi avventura e mistero. Ovviamente con l’aggiunta di qualche nota romantica.
Hai qualche consiglio per aspiranti scrittori, soprattutto per chi vuole lanciarsi nel mondo del romanzo rosa?
Leggere tanto! E poi provarci… Anche correndo il rischio di ricevere tanti no. Per il resto non so. Dopotutto sono anche io alle prime armi ed ho ancora tanto da imparare.
Ci sono elementi della tua personalità o del tuo percorso di vita che emergono nelle storie che racconti?
Immagino di sì, perché leggendo ciò che scrivo ho la sensazione di sentirlo mio, di riversare sulle pagine ciò che sento e ciò penso. La sensibilità, l’ironia ed il voler mettere il cuore in tutto ciò che si fa sicuramente fanno parte della mia personalità.
C’è un libro o una scena del tuo romanzo che senti particolarmente tua e che ti piacerebbe condividere con i lettori?
Scegliere soltanto un libro sarebbe davvero molto riduttivo. Fra i tanti che ho letto e mi hanno emozionato tantissimo “Ogni respiro”, “Le pagine della nostra vita” e “Come la prima volta” di Nicholas Sparks; poi “Un ricordo ti parlerà di noi” di Colleen Hoover, “Io prima di te” di Jojo Moyes. Fra quelli che più mi hanno divertita cito “Un matrimonio di convenienza” di Felicia Kingsley e “Un giorno perfetto per innamorarsi” di Anna Premoli. In questi in qualche modo mi ci sono rivista. Ma ce ne sono tantissimi altri. Nel mio romanzo forse la scena che più sento mia è quella in cui la protagonista, Jade, si esibisce al pianoforte in “Shallow”, famoso nonché meraviglioso brano interpretato da Lady Gaga e Bradley Cooper, colonna sonora del film “A star Is Born”, insieme ad uno degli ospiti della casa famiglia in cui lei presta servizio; ho dato a lei la possibilità di farlo, di cantare al posto mio! Perché io non ne sono mai stata capace, nonostante sia dotata di una voce bella e forte. L’ ansia da palcoscenico mi ha sempre tenuta in disparte, come la mia avversione verso la “smania di protagonismo”. Preferisco in un certo senso, stare “dietro le quinte”. Anche per questo mi piace scrivere… i protagonisti sono i libri e le storie che raccontano.