Made in Italy, il caso Amarelli su radio nazionale

Agroalimentare di qualità, impresa culturale, responsabilità sociale, rispetto della terra e stretto legame con il territorio, eccellenza che dal Sud, contribuisce ad esportare nel mondo l’immagine della Calabria e del Made in Italy autentico. –

Sono, queste, le coordinate del racconto che ha viaggiato ieri (martedì 19) sulle onde radio di RDS, la nota e seguitissima emittente nazionale.
Protagonista di questa nuova finestra sull’esperienza imprenditoriale e familiare di Corigliano – Rossano è stata Margherita Amarelli, responsabile marketing e commerciale di Amarelli, intervistata da Gianluca Teodori, redattore capo di Rds, nel cammeo dedicato alle aziende e alle imprese.

Amarelli coglie l’occasione per esprimere soddisfazione per l’attenzione che la realtà continua a registrare sui media nazionali ed internazionali e sulla opportunità che alla stessa si dà di raccontare una Calabria positiva.

Un marchio del sud legato ad un territorio ed a una pianta. Le origini di Amarelli – sono questi alcuni passaggi del clip audio – risalgono a quasi 300 anni fa. L’attività della Fabbrica, le cui origini, sulla base dei documenti di famiglia, risalgono al 1731, ruota intorno al succo estratto dalle radici di una pianta che cresce in maniera rigogliosa e abbondante senza l’aiuto e l’intervento dell’uomo.
In questa attività – è emerso nell’intervento radiofonico – resta fondamentale il rispetto del territorio perché i tempi sono canonici. La raccolta è nei mesi invernali. La lavorazione della materia prima è finalizzata a mantenere intatto il sapore, il gusto autentico della liquirizia.

La cura delle confezioni è particolare. Dall’archivio di famiglia sono state recuperate una serie di etichette di inizio Novecento. Ristilizzate, sono diventate le grafiche delle iconiche confezioni di metallo. Con l’orgoglio di un 20ennale museo della liquirizia che ospita anche un’opera di Marco Lodola, Amarelli esporta la ricetta della liquirizia Made in Italy in 26 Paesi nel mondo.